L’analisi prestazionale del Gp d’Italia 2019

L’analisi prestazionale del Gp d’Italia 2019

L’Analisi della Gara

Per questo appuntamento del mondiale a causa di problemi organizzativi proponiamo soltanto l’analisi della gara a cura di Niccolò Arnerich. La consueta analisi della sessione di qualifica tornerà con il Gran Premio di Singapore.

DALLE SIMULAZIONI DEL VENERDI’

La gomma che è stata di più messa alla prova nei long-run da parte dei team è stata la Soft. Ogni team ha cercato di capire se sarebbe stata la giusta gomma per partire e completare quindi lo stint più duro con il pieno di carburante. La gomma rossa si è comportata abbastanza bene per quanto riguarda il tempo medio sul giro, stimato sui 24.2 al giro. Tempo piuttosto competitivo rispetto al 24.9 della gomma Media. Dal punto di vista del degrado lineare delle due mescole si è delineato uno 0.065s/giro per la gomma Soft e uno 0.04s/giro per la gomma Media. Discorso differente per il compound Hard che ha avuto una performance base di 25.4s e un degrado medio di 0.05s/giro. Tra i top team, la gomma Hard è stata testata solamente da Leclerc, per cui senza poter incrociare i dati, questi possono essere meno veritieri.
La strategia di gara più veloce emersa dalle simulazioni è stata quella ad una sola sosta partendo con la Soft e passando poi alla Media. Il circuito di Monza è meno severe per gli pneumatici rispetto a Spa, tuttavia l’undercut risulta essere decisamene più potente ad un overcut. I punti chiave della strategia qui in Italia sono i ‘classici’, ossia passo gara, eventuali chance di SC/VSC e il degrado. Il degrado forse è la variabile più importante su circuiti come questi, ossia Rear-Limited, dove il posteriore è messo a dura prova.

 

Dal grafico si intuisce come la gomma della gara sarebbe stata la gomma Media, ossia il miglior compromesso tra prestazione e degrado. Vedremo come la gara vera e propria abbia dato un diverso out put.

Da questi grafici si può capire molto chiaramente ogni punto forte e ogni punto debole delle quattro strategie più comuni in gara. I team analizzano molte più strategie, noi ne selezioniamo e ne proponiamo soltanto quattro, le più significative.

 

LA STRATEGIA DI GARA

Per l’analisi, attraverso le consuete domande e risposte, proponiamo prima alcuni grafici e tabelle riassuntive, utili ad una migliore comprensione.

La tabella qui sopra riassume i passi gara di ogni pilota durante ogni stint.

Qui i dati della tabella vengono messi in un grafico e colonne per evidenziare subito dove stanno le differenze. Salta subito all’occhio il passo di Vettel nel secondo, stint, decisamente più lento.

HARD PER FERRARI E MEDIUM PER MERCEDES

Al primo pit Ferrari e Mercedes hanno seguito due strategie ben differenti. Da una parte la Ferrari che ha scelto di montare la gomma Hard, mentre, dall’altra, Mercedes che ha optato per la gomma Media. Due scelte dettate da motivi ben differenti. Sulla carta, la strategia Ferrari, basandosi sui dati presi durante i long-run del venerdì, era nettamente più lenta rispetto a quella Mercedes. Tuttavia l’esperienza ci dice che la differenza tra le prestazioni base delle mescole durante la gara si appiattisce. Ferrari, grazie all’incidente di Vettel, ha avuto l’opportunità di provare la gomma Hard, che sembrava comportarsi bene, meglio di quanto si era visto il venerdì. Con Leclerc gli strateghi Ferrari hanno quindi deciso di montare la Hard, in modo da essere sicuri di riuscire ad arrivare fino al traguardo. Discorso differente per quanto riguarda la Mercedes. Agli strateghi inglesi serviva una gomma più morbida per tentare un undercut sul pilota monegasco. Inoltre, per quanto riguarda il degrado, erano più tranquilli rispetto alla Ferrari in quanto sono consapevoli che la W10 degrada leggermente meno gli pneumatici. Con una gomma più dura, le possibilità di undercut sarebbero diminuite in quanto la gomma ci avrebbe messo più tempo per andare in temperatura e non avrebbe dato la possibilità al pilota di spingere subito.
Dalla tabella si nota come il degrado di Hamilton con la Media, rispetto alla Hard, sia solo di poco maggiore, sintomo della buona gestione delle mescole della W10.

Ogni valore della tabella viene generato facendo la differenza tra il peggior giro e il miglior giro dello stint e poi dividendo tutto per i giri percrosi.

Da questo grafico trova conferma la bontà della scelta Ferrari di montare la gomma Hard, scelta corretta visto il passo e il degrado. In gara il degrado delle mescole è stato più contenuto rispetto alle prove libere. La gomma Hard si è dimostrata una gomma molto buona sulla lunga distanza pur essendo stata scartata da molti il venerdì.

Una tabella molto importante è quella riassuntiva il degrado. Ovviamente alcuni dati vanno presi con cautela in quanto dipendono molto dai giri lenti, come quelli fatti da Hamilton nell’ultimo stint. In questo stint infatti Hamilton ha cercato il giro veloce e per farlo ha dovuto fare anche dei giri lenti per raffreddare i componenti della Power Unit e ricaricare le batterie della parte elettrica.

PIU’ MOTIVI PER BOTTAS PER RIMANERE FUORI PIU’ A LUNGO

Bottas è rimasto fuori più a lungo rispetto alla coppia Leclerc-Hamilton. Il passo era ancora buono e non ha subito peggioramenti improvvisi. Avendo provato l’undercut con Hamilton, alla Mercedes restava provare l’overcut con l’altro pilota, in modo da provare entrambe le alternative. Inoltre Bottas avrebbe potuto puntare alla vittoria nel caso di una SC o una VSC. Bottas si è fermato esattamente un giro prima all’uscita di una VSC che avrebbe potuto prtarlo in prima posizione in quanto il tempo di pit stop si sarebbe abbassato a circa 12/13s, vantaggio che aveva sulla coppia Leclerc-Hamilton. Avrebbe anche potuto rimontare nel caso in cui davanti avessero avuto un cliff della gomma, ipotesi difficile visto che Leclerc aveva una Hard.

 

LE RAGIONI PER CUI NON E’ RIUSCITO L’UNDERCUT DI HAMILTON SU LECLERC

Hamilton è uscito con un ritardo da Leclerc di 24.7s con una nuova gomma media. Su questo tracciato l’undercut è potente, ma meno rispetto al Belgio. Il giro di uscita dal pit di Hamilton è stato buono, ma non perfetto, visto che ha anche avuto un bloccaggio in curva 03. Il pit di Leclerc è durato 23.8s per cui, visto che si sono ritrovati attaccati all’uscita della pit, Hamilton ha guadagnato 0.9s. Leclerc avrebbe potuto coprirsi dall’undercut di Hamilton fermandosi prima e costringendo la Mercedes a tentare la carta dell’overcut, decisamente inefficace, come ha confermato Hamilton in radio. Le soft di Hamilton erano finite e ha comunicato che non avrebbero potuto attaccare nel caso fossero stati obbligati ad un overcut. Un’informazione che sembrava una strategia per far fermare prima Leclerc, ma che alla fine si è dimostrata la pura verità.

HAMILTON AVREBBE POTUTO ANTICIPARE IL SECONDO PIT STOP?

Hamilton, nel momento in cui ha ceduto la posizione al compagno di squadra, avrebbe potuto pittare per mettere la Soft e sperare magari in una Safety Car che gli avrebbe ridato la possibilità di vincere, in quanto con una gomma decisamente più fresca. Facendo il pit stop non avrebbe avuto problemi di traffico in quanto si sarebbe ritrovato davanti alle Renault e alle spalle solamente di Bottas. Molto probabilmente non è stata seguita questa strategia in quanto il team avrebbe potuto decidere di restituire il secondo posto all’inglese. Oppure gli strateghi hanno deciso di fargli fare uno stint più corto al fine di poter spingere di più sulla gomma.

Il Grafico rappresenta la differenza di ogni tempo sul giro con un pilota virtuale i cui tempi sono costanti.
Dal grafico si vede molto bene il momento in cui Hamilton ha mollato il colpo e si vede anche molto bene come Bottas alla fine non abbia avuto realmente il passo per attaccare Leclerc.

Per il momento è tutto, ci vediamo al Gp di Singapore!

Ciao e #alwayskeepushing!!

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