L’Analisi Prestazionale del Gran Premio di Monza 2020

L’Analisi Prestazionale del Gran Premio di Monza 2020

L’ANALISI DELLA GARA

di Niccolò Arnerich

Monza, 8 Settembre 2020

Il primo gran premio con in atto le nuove regole riguardanti le Power Unit se lo aggiudica una Alpha Tauri, quella di Gasly, che continua la sua evoluzione positiva dopo essere stato retrocesso dalla RedBull. Un francese facente parte della nuova generazione di piloti, dotato di un grande potenziale che sembra potersi esprimere solo sulla RedBull italiana. Speriamo in un futuro in un Top Team per Gasly, magari un ritorno nella casa Madre per il 2021.

I RISCONTRI DAL VENERDI’

La maggior parte dei team ha concentrato il lavoro del venerdì sulle due gomme più morbide, ossia la Soft e la Medium, lasciando in disparte la Hard. Il trio di mescole portate da Pirelli per questa gara è stato lo stesso di quello portato nel gran premio del Belgio. In termini di mescole 2018, le gomme portate in Italia sono state la Media, la Soft e la UltraSoft.

Per via della mappatura unica e di altri fattori, in qualifica era troppo difficile anche per i top team, qualificarsi con la gomma Media. Nella Top10 sono quindi partiti tutti su gomma Soft, con l’idea di montare poi la mescola Media per arrivare fino al traguardo.

La gomma Media, ossia una High Working Range, è stata preferita alla LowWR Hard. Questo per via della più alta finestra dei lavoro della Soft che si adatta meglio agli alti valori di energia che vengono imposti alla gomma sul tracciato di Monza.

Nettamente più veloci le strategie ad unica sosta, in particolare quella in cui si parte con le Soft e si passa poi alle Hard.

LA STRATEGIA DI GARA

L’ERRORE CHE HA DETERMINATO LA GARA DI GASLY

Per quanto sembra assurdo, la vittoria di Gasly potrebbe essere stata determinata da un piccolo errore ai Box da parte degli strateghi. Quando Magnussen si è fermato all’entrata della PitLane c’era la possibilità che rimanesse solamente la bandiera gialla, oppure che venisse fatta uscire la Safety Car. Galsy in quel momento era nella sua cosiddetta finestra di pitstop, quindi nel caso ci fosse stato un evento sul tracciato, il pilota sarebbe dovuto rientrare immediatamente. In modo da acquisire il vantaggio data da un’eventuale bandiera gialla o Safety Car.

Il muretto doveva quindi cercare di capire se sarebbe entrata la Safety Car, e quindi fermarsi un giro dopo, oppure sarebbe rimasta la bandiera gialla finché i commissari non mettevano in sicurezza quella zona. In quest’ultimo caso avrebbe avuto senso fermarsi e prendere il vantaggio dato unicamente dalla bandiera gialla. Il team di Faenza, però, ha fermato il pilota francese quando c’era ancora bandiera gialla, pur essendo uscita poco dopo la Safety Car.

 

Gasly doveva quindi essere scavalcato dal gruppo, ma così non è stato perchè, come sappiamo bene, per un lasso di tempo è stata tenuta chiusa la PitLane. Questo ha costretto il gruppo davanti a ritardare di un giro il pitstop e ad effettuarlo quando il gruppo era già più compattato. Ciò ha comportato per loro la perdita di più posizioni.

Alla ripartenza poi è stato Gasly a fare un ottimo lavoro ponendosi dietro a Lewis Hamilton, che con la penalità ha poi dovuto cedere la leadership.

LA GARA DI SAINZ

Sainz faceva parte del gruppo di testa appena citato che, fermandosi un giro più tardi sotto Safety Car, ha perso la posizione su Gasly e Stroll. La vittoria poi gli è sfuggita nel momento in cui Gasly ha imposto il suo passo con aria pulita e ha creato un gap che gli ha consentito di gestire l’attacco di Sainz fino all’ultimo giro.

Dal grafico si nota bene come Gasly abbia peggiorato di più il passo durante lo stint rispetto a Sainz e negli ultimi giri ha cercato di preservare le gomme per riuscire ad arginare gli attacchi della McLaren. La linea azzurra e la linea arancione si sovrappongono solo negli ultimi giri. L’andamento di Sainz sarebbe andato ad incrociare e a superare la linea di Gasly, ma ciò non è avvenuto in quanto il pilota francese ha imposto allo spagnolo il suo passo.

MERCEDES E L’UNICA MAPPATURA

Sembra che gli effetti dell’unica mappatura imposta dalla Fia per le qualifiche e la gara si stiano facendo sentire, almeno a Monza, il circuito più Power Sensitive della stagione in cui la Power Unit è uno dei principali fattori che determinano il tempo sul giro. A detta di Mercedes, in una delle precedenti gare, il team ha già provato a correre con una mappatura conservativa in vista del cambiamento regolamentare. Bottas non ha avuto passo per l’intero arco della gara.

I motivi al momento non sono noti, ma si può ipotizzare che Mercedes abbia fornito due diverse mappature ai piloti in modo da effettuare un confronto in vista delle prossime gare. Bottas si è lamentato in radio dell’assurdità della mappatura unica, per cui potremmo imputare la mancanza di passo ad una mappatura troppo conservativa.

Hamilton, al contrario, aveva molto passo. Mercedes potrebbe quindi aver deciso di differenziare la mappatura in modo da evitare eventuali problemi ad entrambe le vetture e anche per far emergere i punti deboli e di forza di entrambe le mappature.

 

Mercedes con Hamilton ha comunque avuto il passo migliore in pista, come si può vedere dal confronto sopra. Durante il primo stint, per tutti su gomma Soft, Hamilton è volato via. Dopo la penalità ha sfoggiato un passo eccezionale, seppur abbia avuto qualche problema nel superare certe vetture.

Anche dal grafico del passo gara, si può ben vedere come il passo di Hamilton oggi sia stato straordinario e in una gara normale non avrebbe avuto rivali, considerando anche il ritiro di Verstappen.

Anche la RedBull, sia con Verstappen che con Albon, non ha mai trovato il passo. Vedremo nelle prossime gare, molto diverse da Monza, il loro livello di competitività con la nuova direttiva tecnica. In genere la RedBull, nella storia recente, non è mai nadata bene su questo tracciato. Più che per via del quantitativo di downforce della RedBull, negli ultimi anni sono mancati i cavalli, fondamentali nel tempio della velocità.

Ciao a tutti e #AlwaysKeepPushing!

 

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